Malala Yousafzai, premio Nobel per la pace insieme all’indiano,Sathiarthi sono stati premiati per la loro lotta a favore dei bambini e del loro diritto all’istruzione.
La ragazza afgana di 17 anni che i talebani hanno cercato di uccidere, nel giorno del suo compleanno ha chiesto ai “Grandi del mondo” di lottare per il diritto all’istruzione dei bambini di ogni genere, razza e colore. Vestita di rosa e con tanto coraggio, per nulla intimorita dai potenti del mondo, ha declamato il suo discorso con voce pacata e determinata. Per chi ha curiosità e per conoscere la realtà dei bambini e delle donne in quei paesi, vi riporto di seguito, il suo discorso:
“Onorevole Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon, spettabile presidente dell’Assemblea Generale Vuk Jeremic, onorevole inviato speciale delle Nazioni Unite per l’istruzione globale Gordon Brown, rispettati anziani i e miei cari fratelli e sorelle: Assalamu alaikum (la pace sia con voi,n.d.T).
Oggi è un onore per me tornare a parlare dopo un lungo periodo di tempo. Essere qui con persone così illustri è un grande momento nella mia vita ed è un onore per me che oggi sto indossando uno scialle della defunta Benazir Bhutto. Non so da dove cominciare il mio discorso. Non so cosa la gente si aspetti che dica, ma prima di tutto voglio ringraziare Dio per il quale siamo tutti uguali e ringraziare tutti coloro che hanno pregato per una mia veloce guarigione e una nuova vita. Non riesco a credere quanto amore le persone mi hanno dimostrato. Ho ricevuto migliaia di cartoline di auguri e regali da tutto il mondo. Grazie a tutti. Grazie ai bambini le cui parole innocenti mi hanno incoraggiato. Grazie ai miei anziani le cui preghiere mi hanno rafforzato. E grazie agli infermieri, ai medici e al personale degli ospedali in Pakistan e nel Regno Unito e il governo degli Emirati Arabi Uniti che mi hanno aiutato a stare meglio e a riprendere le forze.
Sono qui per dare tutto il mio appoggio al segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon nella sua Iniziativa Globale “Prima l’istruzione” e al lavoro dell’inviato speciale delle Nazioni Unite per l’Educazione Globale Gordon Brown. Continua a leggere